Il dovere che abbiamo nei confronti di Dio l’Altissimo è il piú 
  importante dei nostri doveri e dev’essere perciò compiuto con impegno, 
  serietà, devozione e retta intenzione.
  Il primo dovere dell’uomo è conoscere il suo creatore, in quanto 
  nello stesso modo in cui l’esistenza di Dio l’Altissimo è 
  l’origine dell’esistenza di ogni Sua creatura, è la causa 
  di ogni fenomeno, la conoscenza della Sua pura e perfetta esistenza è 
  la luce di ogni cuore alla ricerca della verità. Al contrario, la noncuranza 
  di questa innegabile verità è l’origine di ogni sorta di 
  ignoranza, inconsideratezza e di oblio dei propri doveri. Colui che si disinteressa 
  della conoscenza del sommo Vero e annienta in tal modo la chiara luce della 
  propria coscienza, non potrà in alcun modo conseguire la reale beatitudine 
  umana.
  Constatiamo che coloro che non amano conoscere Dio e non danno alcuna importanza 
  a questa verità nella loro vita, non hanno un minimo di spiritualità 
  umana e non conoscono altra logica all’infuori di quella degli erbivori 
  e delle belve: “Stai lontano da coloro che non amano ricordare 
  Dio e che non desiderano che la vita di questo mondo. Questo è il limite 
  d’ogni loro conoscenza”[1]. 
  
  Si deve rammentare che per l’uomo, che è realista ed è dotato 
  dell’innata capacità di argomentare, la conoscenza di Dio è 
  un fatto inevitabile. L’innata intelligenza umana è infatti in 
  grado di scorgere ovunque i segni rivelatori dell’esistenza, della sapienza 
  e della potenza del Signore dell’Universo. Perciò quando si parla 
  di “conoscenza di Dio” non si intende affermare che l’uomo 
  deve creare in sé tale cognizione, si vuole bensí dire che egli 
  non deve rimanere indifferente di fronte a essa, deve esaudire la propria coscienza 
  che lo invita costantemente a Dio e deve, approfondendola, eliminare dal suo 
  cuore ogni dubbio ed esitazione inerente a essa.
Dopo la conoscenza di Dio, il nostro secondo dovere consiste nel prestarGli 
  ubbidienza.
  Conoscendo il Signore Onnipotente, prendiamo infatti coscienza del fatto che 
  la beatitudine, che costituisce l’unico nostro obiettivo, risiede nell’applicazione 
  del programma di vita che Dio, il Misericordioso, ci ha comunicato attraverso 
  i Suoi inviati. L’ubbidienza agli ordini divini costituisce dunque il 
  fondamentale dovere dell’uomo, nei confronti del quale tutti gli altri 
  appaiono secondari.
  Dice Dio l’Altissimo: “Il tuo Signore ha decretato che non 
  adoriate che Lui”[2]. 
  Dice altresí: “O figli di Adamo, non vi avevo forse ordinato 
  di non ubbidire a Satana, vostro palese nemico, e di ubbidire solamente a Me, 
  in quanto questo è il retto sentiero”[3]. 
  
  È quindi nostro dovere riconoscere la nostra umile condizione di creature, 
  la nostra totale dipendenza da Dio, tenere continuamente in considerazione l’infinita 
  magnificenza e l’assoluta maestà del Signore Altissimo e, ricordando 
  sempre che Egli, con la Sua assoluta onniscienza, ci circonda costantemente, 
  ubbidire ai Suoi ordini.
  Dobbiamo altresí adorare unicamente Dio, l’Eccelso, e, come ordinatoci 
  da Lui, non obbedire che al nobile Profeta e agli Imam: “Obbedite 
  a Dio, al Profeta e a coloro tra di voi che detengono l’autorità 
  [gli Imam]”[4]. 
  Naturalmente l’ubbidienza a Dio, al Profeta e agli Imam comporta il totale 
  rispetto verso tutto ciò che concerne Dio. Dobbiamo ad esempio menzionare 
  il sacro nome di Dio, i nomi dei Profeti e quelli degli Imam con rispetto e 
  riverenza. Allo stesso modo, si debbono onorare il Libro di Dio (il nobile Corano), 
  la sacra Ka’bah, le moschee e i sacri mausolei dei Profeti e degli Imam: 
  “Colui che rispetta e riverisce i segni di Dio, manifesta il suo 
  timor di Dio interiore”[5].