Il ruolo giocato dagli averi nell’equilibrare la vita dell’uomo 
  non ha bisogno di essere sottolineato. È a causa della loro importanza 
  che molte persone nella vita non vedono e non conoscono che il denaro. Essi 
  non considerano per l’essere umano altro valore che la ricchezza e il 
  denaro e concentrano tutti i loro sforzi per aumentare sempre di piú 
  le loro ricchezze, finché questa loro inesauribile sete di denaro li 
  conduce a non permettere piú al prossimo di godere dei loro averi. A 
  volte poi diventano cosí vili che non riescono a goderseli nemmeno loro: 
  non fanno alcuna spesa, né per sé stessi né per gli altri 
  e l’unico loro godimento è di accumulare denaro.
  Colui che, per avarizia, non permette agli altri di godere dei suoi beni e del 
  suo denaro (e, peggio ancora, colui che non spende nemmeno per sé stesso) 
  si è allontanato dalla sua reale natura umana e ha fallito nella vita. 
  La ragioni di ciò possono essere riassunte nei seguenti punti:
Nel generoso Corano si trovano numerosi versetti di biasimo del vizio dell’avarizia 
  e altrettanti di elogio della generosità, della carità e dell’assistenza 
  verso i poveri e gli indigenti.
  Dio l’Altissimo nel Corano promette di restituire i beni e il denaro dati 
  in beneficenza moltiplicati per dieci e in alcuni casi per settanta, se non 
  per settecento e ancora di piú, al loro donatore.
  L’esperienza ha dimostrato che coloro che rivelano doti di generosità, 
  assistono magnanimamente i bisognosi ed eliminano i difetti della società 
  vedono giorno dopo giorno aumentare le proprie ricchezze. Se per caso un giorno 
  incontrassero delle difficoltà tutti i cuori sarebbero con loro e verrebbe 
  loro restituita tutta l’assistenza da loro fornita agli altri.
  Essi con la loro buona condotta hanno, da degni esseri umani, placato la loro 
  coscienza, hanno eseguito gli ordini di Dio, hanno dato prova dei loro puri 
  sentimenti umani (di grazia, compassione, filantropia e benevolenza), hanno 
  conquistato i cuori della gente, il loro sincero rispetto e, con la minima fatica, 
  il consenso divino e l’eterna beatitudine.
L’ira è uno stato dell’animo umano che quando si manifesta 
  spinge l’uomo a vendicarsi, gli fa credere che può placarsi interiormente 
  solo vendicandosi della persona o della cosa con la quale è in collera. 
  Se la persona che si trova in tale stato non si controlla la sua retta ragione 
  viene immediatamente sopraffatta dalla sua ira; ogni turpe e illecita azione 
  diverrà allora ai suoi occhi giusta e lecita ed egli si trasformerà 
  cosí nella piú feroce delle belve.
  La religione islamica ha fatto severe raccomandazioni al fine di prevenire le 
  devastanti conseguenze dell’ira e ha fortemente biasimato il lasciarsi 
  prendere da essa.
  Dio l’Eccelso ha molto riguardo di coloro che reprimono la propria ira 
  e che dimostrano calma e pazienza quando sono arrabbiati: “...per 
  i timorati, [che sono] quelli...che reprimono l’ira, che perdonano agli 
  uomini, ...”[1]. 
  Nel descrivere i credenti afferma poi: “[I credenti sono] coloro 
  che quando si adirano perdonano”[2].