Nella sacra legislazione islamica è consentito mangiare e bere tutto ciò che è adatto a essere mangiato e bevuto, a eccezione di alcuni particolari alimenti indicati dal Corano o dalle tradizioni del nobile Profeta. Possiamo suddividere le cose delle quali è proibito cibarsi in due diverse categorie: quelle animate e quelle inanimate.
Questi si suddividono nelle seguenti tre categorie:
Nota: la liceità della carne degli animali citati [a parte i pesci] è condizionata alla loro macellazione; essa deve essere infatti effettuata secondo il rito islamico, nel modo indicato dalle raccolte dei responsi dei mujtahid.
Queste si suddividono in :
Per concludere, ricordiamo che i cibi e le bevande illecite sono proibite solo
nei casi in cui non ci si trovi in uno stato di urgenza ed estrema necessità
(come nel caso di chi, ove non consumasse tali cibi o bevande, dovesse morire
per fame o sete, o temesse di prendere una malattia o il peggioramento di quella
già posseduta, oppure, a causa di un forte indebolimento fisico, dovesse
rimanere indietro dai suoi compagni di viaggio e in tal modo soccombere).
Perciò nei casi di estrema necessità è lecito mangiare
e bere, in misura da eliminare lo stato di urgenza, i cibi e le bevande che
non è lecito consumare in condizioni normali. Ciò non si applica
però al caso di colui che, per furto o ribellione al governo islamico,
sia fuggito dalla propria patria e abbia assoluta necessità di mangiare
o bere qualcosa.
Il rispetto dell’igiene è uno primi doveri dell’uomo; ogni
essere umano è in grado, in modo facile e naturale, di comprendere che
è necessario osservarla.
L’influenza che possono avere i vari tipi di alimenti sulla salute umana
è altresí evidente per l’uomo. Oltre a ciò, egli
sa bene che gli alimenti influenzano notevolmente i suoi stati d’animo,
il suo carattere e le sue relazioni sociali. Nessuno di noi infatti dubita che,
ad esempio, la condizione dell’ebbro differisca da quella dell’uomo
lucido e che, a livello sociale, la vita condotta dall’uno diverga da
quella condotta dall’altro; ciascuno di noi è ad esempio in grado
di comprendere che quando qualcuno si abitua a mangiare o bere cose ripugnanti,
l’effetto di questa abitudine si rivela insopportabile per le persone
che vivono e che hanno a che fare con lui.
È cosí che l’uomo arriva a comprendere naturalmente che
deve regolare la propria alimentazione, che non deve mangiare ogni cosa o bere
qualsiasi bevanda.
Secondo quanto dichiara espressamente il Corano, il Signore Altissimo, che ha
creato tutto ciò che esiste sulla terra per l’uomo (che non ha
alcun bisogno né dell’uomo né delle cose cui egli necessita
per proseguire la propria esistenza e che conosce meglio di qualsiasi altro
essere ciò che è a vantaggio e ciò che è svantaggio
delle Sue creature) per il bene e la beatitudine dell’uomo ha consentito
alcuni alimenti e ne ha vietati altri.
A tal proposito, l’ottavo Imam dice: “Dio non ha dichiarato
lecito come cibo o bevanda se non ciò che è vantaggioso per l’uomo,
né ha vietato se non ciò che è causa di danno, morte e
corruzione”.
Alcuni dei motivi della proibizione di alcuni degli alimenti vietati sono chiari
ed evidenti per coloro che sono dotati di una retta comprensione. Inoltre le
ricerche scientifiche hanno messo in luce una parte delle ragioni della proibizione
di un certo numero di essi. Ora, riguardo agli altri non si può affermare
che non riusciremo a comprendere mai nulla delle ragioni della loro proibizione
e, ammesso e non concesso che ciò corrisponda a verità, non si
può dire che tali alimenti siano stati vietati senza un valido motivo.
Considerando infatti che le norme inerenti alla loro proibizione promanano dal
sacro dominio dell’infinita scienza divina, se ne deve dedurre che esse
sono sostenute dalle piú valide ragioni e possiedono i piú saldi
ed efficaci fondamenti. Siamo noi che, a causa dei nostri limiti e dell’imperfezione
dei nostri strumenti scientifici, siamo [tuttora] incapaci di comprendere tali
ragioni e di conoscere tali fondamenti.